Il Radiocorriere TV: Lia Origoni e P. Umiliani in Juke-box sentimentale
dal Radiocorriere TV – N. 19 del 10-16 Maggio 1959
Tutto il mondo è paese, e anche in Italia (come già era accaduto in America, in Francia, ecc.) il repertorio dei grammofoni a gettone ha finito per essere costituito quasi esclusivamente dalle canzoni dei cosiddetti «urlatori», che si sono guadagnate le simpatie dei giovanissimi. Ma può esistere anche un Juke-box sentimentale, ed è quello che si propongono di dimostrare Lia Origoni e Piero Umiliani con un loro programma radiofonico bisettimanale.
Lia Orlgoni, ben nota al pubblico teatrale e radiofonico, è senza dubbio una delle più versatili cantanti italiane. E’ stata interprete di opere come L’Orfeo di Gluck, il Duello comico di Paisiello, L’opera da tre soldi di Weill e la Butterfly di Puccini, ed è stata in rivista con Totò, Macario, Rabagliati, Tajoli, ecc. Ha fatto concerti di musica da camera alla radio francese e una trasmissione di canzoni d’impostazione modernissima alla radio italiana (Gioia di Vivere con l’orchestra di Bruno Canfora). Ha cantato in Germania, in Egitto, in Spagna, in Cecoslovacchia, ecc. Alla RAI è stata con le orchestre di Angelini, Barzizza, Fragna, Nicelli, Ferrari, Semprini, Petralia, ecc.
La sua collaborazione con Piero Umlliani è del massimo interesse per gli appassionati della musica leggera. Umiliani, infatti, è noto come rappresentante dl tutt’altro «genere»: è uno dei beniamini del pubblico del jazz, e anzi è ritenuto uno dei più preparati jazzisti italiani. Pianista, compositore e arrangiatore di grande talento, il giovane musicista fiorentino ha dovuto svolgere in questi ultimi tempi un’attività quasi febbrile: il regista Mario Monicelli ha voluto la sua opera per la colonna sonora del film I soliti ignoti, Guido Rocca gli ha fatto scrivere la musica per la commedia Un blues per Silvia, Vittorio Gassman l’ha chiamato come autore e direttore d’orchestra al Mattatore. Inoltre, ha avuto impegni radiofonici e discografici, e ha trovato il tempo di partecipare a qualche concerto di jazz.
Nel Juke-box sentimentale non si ascolta musica jazz, ma l’educazione musicale e i gusti di Umiliani risultano ugualmente evidenti, attraverso gli arrangiamenti raffinati che vengono eseguiti da un piccolo complesso di archi, con aggiunta di batteria. In questo senso, sono molto significative le esecuzioni di due deliziose canzoni di Rodgers, Where or when (Dove e quando) e People will my we’re in love (Tutti lo diranno), in cui la voce di Lia Origoni «fa corpo» col complessino mentre la chitarra di Mario Gangi fa l’obbligato.
Il repertorio del Juke-box sentimentale è molto elegante. Prendiamo anzitutto la sigla, ossia la canzone che ha lo stesso titolo della rubrica: Juke-box sentimentale. Si tratta, in pratica, del tema d’amore dalla colonna sonora del film I soliti ignoti, eseguito però a tempo di valzer lento, e corredato di un testo scritto da Corbucci. Come si vede, una composizione recentissima. Viene però riesumata Gli angeli non piangono di Ardini, mentre di Rossi e Nizza ascoltiamo Mezza dozzina di rose.
Naturalmente, accanto alle canzoni italiane, c’è una serie di grandi successi internazionali, successi un po’ di tutte le epoche, da Andaluçia di Granados a La pioggia cadrà di Bécaud, da Temptation di Brown a L’âme de poètes di Trenet.
Da parte di Lia Origoni e Piero Umiliani c’è stata anche, nella scelta delle composizioni da interpretare, una certa preoccupazione per i testi. Non sempre infatti ad un motivo bello e orecchiabile corrispondono parole soddisfacenti per l’ascoltatore più esigente.
Insomma un «juke-box» di lusso. In alcune esecuzioni, canta anche il “Quartetto Records”.
s.g.b.