La Stampa: Lia Origoni allo radio con motivi di tutti i tempi.
La Stampa 25 Gennaio 1966
Ogni domenica nella rubrica «Scacciapensieri»
L’eclettica attrice presenta canzoni di ogni paese nella lingua originale.
ROMA, martedì sera. Pochi sanno che a Roma nel 1939 avvenivano regolarmente delle trasmissioni televisive. Lo studio si trovava in un palazzo di via Asiago, ancora oggi di proprietà della RAI, la quale lo utilizza fra l’altro per le emissioni radiofoniche. I televisori stavano invece al Circo Massimo e i commenti meravigliati del non folto pubblico ammesso erano all’ordine del giorno. Fra gli artisti che più volte si diedero a quella che allora si chiamava ” l’attività fonovisiva”, v’era una ragazza giovanissima, divenuta subito celebre: Lia Origoni. Da allora la poliedrica personalità di Lia Origoni ha trovato modo di affermarsi con grande successo in diversi campi e cioè la rivista, il teatro di prosa, la canzone, l’opera lirica e, non ci si stupisca, la cucina e l’enologia. Senza trascurare, naturalmente, la televisione, non tanto in Italia perché dal dopoguerra non vi è quasi più apparsa, quanto all’estero. Da alcuni anni il nome di Lia Origoni (alta, sempre molto bella, dagli occhi grandi e lievemente enigmatici) è associato a delle trasmissioni musicali radiofoniche rivelatrici del suo gusto e della sua sensibilità. L’ultima in ordine di tempo è cominciata con il 1966 e durerà tutto l’anno. Si svolge la domenica dalle 14 alle 14,30 sul programma nazionale e si intitola “Scacciapensieri”. Sono canzoni di tutti i tempi e di tutti i paesi, di solito presentate nella lingua originale. La Origoni le ha scelte e le interpreta, accompagnata di volta in volta da un piccolo complesso o da un solista, se il testo e la musica Io richiedono. Il titolo della trasmissione è bivalente, in quanto da un lato richiama l’antico strumento dei pastori e dall’altro invita appunto a non pensare, lasciandosi condurre piuttosto dalla melodia e dal canto. L’ascoltatore potrà scoprire in « Scacciapensieri », una canzone scritta da Beethoven nel 1823, fatto a prima vista incredibile, oppure antiche ballate popolari, i più famosi successi americani dell’anteguerra e del dopoguerra o gli affascinanti motivi francesi d’ogni tempo. Come ad esempio quella « Valse de mille temps » del cantautore Jacques Brel, vero e proprio scioglilingua musicale, la cui interpretazione è costata all’ex cantante della Scala Lia Origoni non poca fatica. Ma ne valeva la pena: se non ci fosse già quella di Piero Umiliani, questa potrebbe essere davvero la sigla di « Scacciapensieri » ATTILIO BALDI