Io son l’umile ancella – 2 Parte
Dopo il giudizio positivo sulle sue potenzialità Lia Origoni interrompe gli studi di violino e si impegna a studiare canto.
Nel 1936 vince a La Spezia il concorso nazionale per le voci nuove, indetto dalla famosa casa di produzione bambole Lenci, e nel 1938 vince la borsa di studio del Teatro dell’Opera di Roma presentandosi alla commissione esaminatrice composta dal Maestro Serafin, dal tenore Lauri Volpi e dal maestro Mulè con “Ritorna vincitor” dall’Aida di G. Verdi. Ma l’aria scelta dal suomaestro di canto privato non le si addice, il maestro Serafin comprende le vere qualità dell’aspirante borsista e le chiede di imparare in pochi giorni “Io son l’umile ancella” dall’Adriana Lecouvreur di F. Cilea, che ritiene più adatta ai suoi mezzi vocali e alla sua giovane età, romanza questa che segnerà i momenti più importanti della sua carriera. Alla seconda prova risulta vincitrice.
La borsa di studio di ben 8000 lire, le apre le porte del Teatro dell’Opera dove avrà l’occasione di cantare con la Pederzini famoso mezzo-soprano; il suo talento e la sua voce la porteranno eccezionalmente a vedere riconfermata la borsa di studio ancora per un anno. Alla fine del corso si presenta all’Eiar, per un’audizione, con “Tu che mi hai preso il cuor” di F. Lehar e viene scritturata: sarà la prima cantante ad ottenere dall’Ente Italiano Audizioni Radiofoniche e fonovisive un contratto, il numero 1. Le prime trasmissioni sperimentali in video, nel 1939, venivano irradiate solo per pochi apparecchi, quelli di Mussolini, del Papa, del Re e di alcuni notabili, insieme al concessionario di apparecchiature radio “Germini “ in via del Corso a Roma dove potevano essere viste dai passanti.
Soltanto loro videro la Origoni, insieme agli altri cantanti dell’epoca, partecipare al primo spettacolo di musica in diretta da via Asiago. Il 1939 fu davvero un anno importante: sempre in quell’anno infatti Lia Origoni decise di partecipare alle audizioni indette per costituire il cast di una rivista della ditta Totò – Magnani. All’epoca i cantanti, pur di lavorare in una compagnia così prestigiosa, qual’era la “Totò – Magnani”, accettavano paghe giornaliere anche non elevate (30, 40 lire), mentre i grandi arrivavano a interessanti compensi (Totò 1000 lire, la Magnani 500). Lia questo non lo sapeva, il suo parametro era la prestigiosa borsa di studio vinta per ben 2 volte, e chiese quindi per la scrittura 300 lire al giorno. Quando Epifani l’impresario della rivista la ascoltò, negli studi di via Veneto mentre cantava “Tu che mi hai preso il cor…” accadde un piccolo incidente, si staccò infatti alla fine del pezzo, un pezzo di intonaco dal soffitto, l’impresario, attento a quello che poteva apparire un episodio banale, le chiese di riprovare e l’incidente si ripeté. Non era un caso:le vibrazioni prodotte dalla sua voce erano il motivo di tale distacco. “La parte è tua, e l’hai davvero meritata!” le confermerà Epifani. Così Lia Origoni, la cui voce era stata giudicata dal Maestro Serafin “un campanello” per la ricchezza di armonici, debutterà il 25/12 1940 nel teatro leggero, dopo un anno di preparazione, al Teatro Valle di Roma nella rivista “Quando meno te l’aspetti” di Galdieri con Totò, la Magnani e Castellani; spettacolo che la porterà in tournée per 1 anno nei più grandi teatri italiani.